"Se cerchi l'infinito lo troverai nel sorriso di un bambino; abbi cura di quel sorriso, è l'anima del mondo"


martedì 17 settembre 2013

Problemi di comportamento

I disturbi del comportamento sono un insieme eterogeneo di condotte socialmente disfunzionali, che si caratterizzano genericamente per una mancanza di controllo in diversi ambiti o livelli, e che possono essere raggruppate e classificate come "disturbi esternalizzanti del comportamento".
Si caratterizzano per essere un insieme di comportamenti etero-diretti, ossia modalità attraverso le quali il soggetto interagisce sul piano fenomenico con l'ambiente “esterno”, contrassegnati da difficoltà attentive, impulsività, iperattività, aggressività, distruttività, ed azioni di tipo antisociale e/o delinquenziale.
 
Alcuni bambini possono manifestare un atteggiamento persistente e costante di sfida, disobbedienza e ostilità nei confronti di genitori, insegnanti e altri adulti in generale.
Questi bambini perdono di continuo il controllo, litigano con gli adulti, si rifiutano di obbedire alle regole, accusano gli altri per i propri errori e sono spesso arrabbiati e rancorosi (Disturbo Oppositivo Provocatorio)
Alcuni ragazzi possono mostrare una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui violano i diritti altrui o le norme o le regole appropriate per la loro età.
La loro condotta è più grave della normale malvagità e delle monellerie tipiche dei bambini e degli adolescenti. Le difficoltà a casa, a scuola e in società sono comuni, e spesso si manifesta una precoce attività sessuale. L'autostima di questi giovani è spesso molto scarsa, sebbene tendano a proiettare un'immagine di 'durezza' o di forza (Disturbo della Condotta).
Alcuni bambini e ragazzi possono incontrare molte difficoltà nel mantenere la propria attenzione orientata ad un compito, controllare l’impulso ad agire, regolare in generale il livello della propria attività (Disturbo da deficit di attenzione e Iperattività – ADHD).
Dottoressa Myriam Frittoli

domenica 15 settembre 2013

Sviluppo e benessere

È insolito trovare dei bambini che siano completamente liberi da qualsiasi paura e preoccupazione, che non siano mai stati tristi o irritabili, che si comportino sempre bene e che si concentrino altrettanto bene.
Lo sviluppo del bambino si configura come un'evoluzione attraverso un continuum costellato da momenti di passaggio - tappe di sviluppo - lungo un cammino contrassegnato dalla presenza di fattori di rischio e fattori protettivi, opportunità e vincoli, fino al raggiungimento della piena maturazione di competenze cognitive, emotive e relazionali, ossia delle risorse con le quali ciascuna persona affronta le sfide del vivere quotidiano.
Il concetto di salute mentale e benessere psicologico in età evolutiva è strettamente connesso alla capacità di rispondere alle sfide continue provenienti dalla mutevolezza delle perturbazioni ambientali.
Questa capacità di apertura e di adattamento si declina nella flessibilità di integrazione delle abilità individuali e delle strategie di coping in funzione delle nuove esperienze di vita, unite alla capacità di ordinare e circoscrivere tali cambiamenti in un range di percezioni, emozioni e pensieri che consentano il mantenimento di un senso coeso e unitario di sé.
Tuttavia, la maggior parte dei bambini può presentare qualche sintomo, aspetti problematici, è quindi importante capire se i comportamenti che possono destare preoccupazioni rientrano nelle normali difficoltà connesse con le sfide evolutive o se definiscono aree di difficoltà realmente problematiche, già in sè sintomatiche o prodromi di future condizioni patologiche.
In questo senso la migliore guida è domandarsi se i sintomi abbiano o meno un serio impatto sul funzionamento del bambino:
- se “destabilizzano” effettivamente il bambino
- se interferiscono seriamente con la sua vita quotidiana a casa, a scuola, nel tempo libero
- se costituiscono un reale fastidio per gli altri
- se quanto osserviamo in "quel" bambino è significativamente discosto dalla media dei comportamenti dei bambini di uguale età di sviluppo, cultura e appartenenza sociale.
In caso di risposta positiva agli interrogativi è utile contattare uno specialista.
Dottoressa Myriam Frittoli

"Mio figlio sbatte le palpebre.."


" Buongiorno Dottoressa,
Mi chiamo Maria ho 29 anni e sono mamma di due splendidi bambini, Riccardo di tre anni e mezzo e Salvatore di 5,la seguo da tempo e la ringrazio per l’informazione e i consigli che ci dona.. Ho sempre voglia di imparare e di correggermi perche’ spero di riuscire a dare una buona mamma ai miei bimbi visto che se la meritano tutta.. Volevo chiederle: siccome Salvatore e’ da un mesetto che ha il vizio di sbattere le palpebre, cosa potrebbe rappresentare questo disturbo? Vorrei aiutarlo.. Lui e’ molto dolce, sensibile e ansioso..Percio’ ho pensato ad uno sfogo interiore di qualcosa... Fino a poco tempo fa abbiamo avuto un approccio molto sbagliato con il cibo i miei errori e le mie ansie (che da un mesetto non commetto piu’ visto che mi sono informata e ho cambiato totalmente metodo) potrebbero aver causato questo tic? E se si avendo cambiato metodo(meglio tardi che mai) potrebbe passargli da solo col tempo?
Io in ogni caso la ringrazio! Un abbraccio!! Maria.."

Salve, sono contenta di poter mettere le mie conoscenze ed esperienza a servizio di tutti. Sono certa che riuscirà ad essere una mamma "sufficientemente buona" per i suoi bimbi visto la sua capacità di interrogarsi e mettersi in gioco.

Veniamo al quesito.
 
E' molto comune che bambini in età prescolare e scolare, di temperamento sensibile e un pò ansioso, manifestino con dei piccoli tic (sbattere le palpebre per esempio) uno stato di tensione. Potrebbero emergere anche altri tic, il bambino esprime il suo disagio attraverso il corpo.
Spesso sono stadi passeggeri che passano da soli, l'importante è non focalizzare la vostra attenzione o chiedere al bambino di smettere (è un movimento involontario).
Non è detto che questo tic sia emerso a causa delle "pressioni alimentari" (non meglio specificate nella sua lettera) o se comunque sarebbe emerso ugualmente.
Per questo, mi raccomando, eviti i sensi di colpa che non servono a nulla.
Per caso è imminente l'ingresso alla scuola primaria?
I tic devono essere considerati un problema serio quando nel bambino si notano nuclei di pensieri o sentimenti di tipo ossessivo anche al di fuori dei tic. In questo caso il ricorso allo specialista e’ d’obbligo.
Se non lo ha letto le consiglio l'articolo sui tic 



Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Saluti
Dottoressa Frittoli

giovedì 12 settembre 2013

Buon inizio scuola a tutti !!!


In una classe, l'insegnante si aspetta di essere ascoltato.
Lo studente pure.
(Ernest Abbé)

 

"fare la pace con le nostre crepe"


" Sono una mamma di due bambini, uno di 8 e di 12 anni. Mi piace leggere molto, informarmi e mi rendo conto che con loro ho commesso molti sbagli, molti errori. Vorrei non averli fatti, vorrei cancellare tutto il passato e ricominciare da capo ma so che non è possibile..." Lucia

Innanzitutto vorrei rassicurarla con fatto che siamo tutti "genitori imperfetti".
Mi permetto, inoltre, di agganciarmi alla sua lettera per fare delle considerazioni che possono tornare utili a tutti.

Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro.
Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello.
Questa tecnica è chiamata "Kintsugi."
Oro al posto della colla.
Metallo pregiato invece di una sostanza adesiva trasparente....
E la differenza è tutta qui: occultare l'integrità perduta o esaltare la storia della ricomposizione?
Chi vive in Occidente fa fatica a fare pace con le crepe.
"Spaccatura, frattura, ferita" sono percepiti come l'effetto meccanicistico di una colpa, perchè il pensiero digitale ci ha addestrati a percorrere sempre e solo una delle biforcazioni: o è intatto, o è rotto.
Se è rotto, è colpa di qualcuno.
Il pensiero analogico -arcaico, mitico, simbolico- invece, rifiuta le dicotomie e ci riporta alla compresenza degli opposti, che smettono di essere tali nel continuo osmotico fluire della vita.
La Vita è integrità e rottura insieme, perché è ri-composizione costante ed eterna.
Rendere belle e preziose le "persone" che hanno sofferto......questa tecnica si chiama "amore".
Il dolore è parte della vita.
A volte è una parte grande, e a volte no, ma in entrambi i casi, è una parte del grande puzzle, della musica profonda, del grande gioco.
Il dolore fa due cose: Ti insegna, ti dice che sei vivo.
Poi passa e ti lascia cambiato.
E ti lascia più saggio, a volte.
In alcuni casi ti lascia più forte.
In entrambe le circostanze, il dolore lascia il segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere nella tua vita lo comporterà in un modo o nell’altro
I giapponesi che hanno inventato il Kintsugi l'hanno capito più di sei secoli fa - e ce lo ricordano sottolineandolo in oro.
 
Dottoressa Myriam Frittoli