"Se cerchi l'infinito lo troverai nel sorriso di un bambino; abbi cura di quel sorriso, è l'anima del mondo"


giovedì 3 maggio 2012

Bimbi annoiati, genitori allarmati

Vi è mai capitato di sentire vostro figlio dirvi: “Mamma, mi annoio. Non so che fare?”.

La cosa ci stupisce perchè siamo inclini a pensare che la noia sia una sensazione da adulti. E, invece la noia invade anche la mente del bambino.E’ una sensazione che provano soprattutto quando crescono ed hanno all’incirca tre-quattro anni. Insomma, quando la loro autonomia rispetto ai genitori è maggiore e cominciano a giocare anche da soli. Ai genitori non sembra vero e, in una prima fase anche a loro, ma poi ad un certo punto si stufano e cercano nuovi stimoli. Già, il punto è proprio questo.

I bambini di oggi hanno troppi stimoli. Tra scuola, televisione, computer, playstation e genitori sempre di corsa, anche loro si sono abituati a vivere a tremila. Oltre agli impegni scolastici, i bambini di oggi sono sempre più coinvolti in attività extrascolastiche frenetiche, che spesso richiedono dei tempi molto rapidi, oltre che una precisa programmazione nell’arco dell’intera giornata.
In questo modo, le loro vite appaiono dense di impegni, così come quelle dei loro genitori e degli altri membri della sua famiglia, proprio perché ciò spesso rispecchia un modello familiare caratterizzato da una ricerca spasmodica di occupazioni e di obiettivi da raggiungere. Così accade che siano proprio i genitori ad affannarsi nel riempire il tempo libero del proprio figlio, con lo sport, con il catechismo, con i corsi di musica, di lingue e così via, proprio perché sembra che senza tali attività egli perda del tempo prezioso, oltre che degli stimoli importanti per la sua crescita ed il suo sviluppo.
Questa invasione dei tempi e degli spazi liberi del bambino, se eccessiva, spesso rischia di tener bloccata la sua fantasia, oltre che il suo ingegno, le sue spontanee attitudini e la possibilità per lui di imparare a scegliere autonomamente come impiegare il suo tempo libero, senza che nessuno lo faccia al suo posto. Insieme a ciò, accade anche che un bambino sempre attivo ed impegnato sia portato ad esprimere più facilmente la sua insofferenza e la sua noia nei momenti liberi della sua giornata, come se non sapesse cosa farsene.
Questi stati d’animo del bambino spesso generano dei grandi sensi di colpa in molte mamme e in molti papà, che a volte leggono la noia del proprio figlio come un sintomo di malessere, legato ad un suo vissuto di solitudine o di abbandono da parte delle sue figure di riferimento.Dunque, qual è la soluzione quando il bambino arriva e ci chiede: “Mamma, cosa faccio adesso?”.

Secondo gli psicoterapeuti infantili i genitori non dovrebbero fare proprio niente e lasciare a loro tutto lo spazio necessario per sviluppare la loro creatività.
Alcune ricerche psicologiche, infatti, hanno dimostrato che la noia corrisponde ad una mente troppo piena a causa di un eccesso di sollecitazioni. In questi casi è inutile subissarli di proposte ed è più produttivo insegnargli a lavorare di immaginazione in modo che possa fantasticare ad occhi aperti lasciando libera la loro fantasia.

Insomma, bisogna lascirgli spazio. Questo perchè i bambini vivono giornate già tutte organizzate e stabilite dai genitori. Persino il loro tempo libero è spesso programmato e non scelto da loro. Al contrario, potrebbe essere molto utile comprendere come, nei suoi momenti di noia e di tranquillità, il bambino possa dare libero sfogo alla sua creatività, possa imparare a sintonizzarsi maggiormente con le sue emozioni ed organizzare autonomamente il suo tempo libero, oltre che ripensare e rimettere ordine a ciò che gli è accaduto durante la sua giornata.
Oltre a ciò, sembra che attraverso i suoi momenti di inattività e di noia, il bambino possa imparare anche a tollerare la frustrazione legata alla mancanza di attenzioni costanti e di risposte immediate da parte dei suoi genitori, che spesso possono verificarsi nel corso della sua crescita.

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